nib.com design texts - ARTICLE
tinamaria marongiu
Tinamaria Marongiu
10.10.24
Mostra Box-Es ARTE COMPATTA DI TINAMARIA MARONGIU
Domenica 13 ottobre 2024 alle ore 16 inaugura alla presenza dell?On. Cristina Michetelli, Consigliera Delegata al Bilancio e al Patrimonio della Citt? metropolitana di Roma Capitale e dell?On. Nicola Galloro, la personale dell?artista Tinamaria Marongiu dal titolo ?BOX-ES ARTE COMPATTA?, posta sotto il Patrocinio della Citt? metropolitana di Roma Capitale.
Tinamaria Marongiu ? una scultrice sarda che del materiale di scarto ha fatto la propria cifra pi? intima di artista. Percorritrice dell?ARTE COMPATTA, espressione che si traduce in arte nel 2013, inventa un modo specifico di creare arte 3D, combinando vecchie materie di scarto e nuovi materiali, inorganici ed organici, metalli, paste e colori, che uniti fra loro diventano un corpo unico e compatto, frammenti di universo e di accadimenti di questa nostra esistenza.
L?uomo contemporaneo nel suo rapporto con la natura ha innescato una vera e propria ?guerra?, attuando in continuazione modifiche strutturali e climatiche in modo talmente pervasivo da incidere negativamente sui processi naturali della geologia. Di questo rapporto conflittuale la Marongiu prende le vesti di un attento sismografo che utilizza una ?cassetta degli attrezzi?, tutta particolare, in grado di manipolare ?ci?-che-trova? nel suo continuo peregrinare in cerca di materie organiche e inorganiche, gettate da quell?esercito umano durante il suo stato d?assedio nei confronti della natura.
ARTE COMPATTA ? la locuzione che Tinamaria utilizza in merito alla sua prospettiva artistica: gli oggetti la chiamano, spesso la catturano scoprendo in lei l??accumulatrice seriale? dall?orecchio teso il cui scopo ? quello di unire, amalgamare, colorare cinque ?U?: Unicit?, Universalit?, Unione, Umanit?, Uguaglianza, laddove la sua mano magicamente ? guidata dall?universo mondo racchiuso in quel materiale di scarto, stoffe, pillole, spago, fiale, fili di ferro, piume, pezzetto di carta, pietre e altro ancora. Ai suoi occhi si apre un pi? vasto spazio in cui immergersi e, al contempo, fare immergere coloro che osservano il risultato ottenuto, vale a dire la scultura, essenza imprescindibile alla base dell'esistenza umana.
Fanno un tutt?uno atto a ?compattare?, a far ?convivere? in modo armonioso il materiale trovato con le materie plasmate al momento, miste, a loro volta, a colori e resine creando, riproponendo, come l?artista stessa ha avuto occasione di affermare, immagini di natura e frammenti di accadimenti del nostro vivere sociale.
Un viaggio verso nuovi universi fatti da un ?Insieme Compatto? rispettando, anche del pi? piccolo frammento, la sua importanza ed unicit?. Unit? ed Unicit?, caratteristiche considerate intrinseche perch? ogni ente, ad iniziare dall?essere umano ? unito e unico. Per giungere a questa concezione artistica Marongiu ha iniziato il proprio percorso basandosi su due costanti di fondo: la teca di plexiglas ribattezzata come ?Box-Es?, con un evidente richiamo al bambino che freudianamente agisce sulla base delle sue sole pulsioni giocando e costruendo liberi orizzonti senza alcuna progettualit? e la pillola e tutto ci? che cura, simbolo al tempo stesso sia dell?agio che del disagio dell?Antropocene.
La mostra si avvale di un catalogo con un testo critico di Domenico Segna.
Tinamaria Marongiu ? una scultrice sarda che del materiale di scarto ha fatto la propria cifra pi? intima di artista. Percorritrice dell?ARTE COMPATTA, espressione che si traduce in arte nel 2013, inventa un modo specifico di creare arte 3D, combinando vecchie materie di scarto e nuovi materiali, inorganici ed organici, metalli, paste e colori, che uniti fra loro diventano un corpo unico e compatto, frammenti di universo e di accadimenti di questa nostra esistenza.
L?uomo contemporaneo nel suo rapporto con la natura ha innescato una vera e propria ?guerra?, attuando in continuazione modifiche strutturali e climatiche in modo talmente pervasivo da incidere negativamente sui processi naturali della geologia. Di questo rapporto conflittuale la Marongiu prende le vesti di un attento sismografo che utilizza una ?cassetta degli attrezzi?, tutta particolare, in grado di manipolare ?ci?-che-trova? nel suo continuo peregrinare in cerca di materie organiche e inorganiche, gettate da quell?esercito umano durante il suo stato d?assedio nei confronti della natura.
ARTE COMPATTA ? la locuzione che Tinamaria utilizza in merito alla sua prospettiva artistica: gli oggetti la chiamano, spesso la catturano scoprendo in lei l??accumulatrice seriale? dall?orecchio teso il cui scopo ? quello di unire, amalgamare, colorare cinque ?U?: Unicit?, Universalit?, Unione, Umanit?, Uguaglianza, laddove la sua mano magicamente ? guidata dall?universo mondo racchiuso in quel materiale di scarto, stoffe, pillole, spago, fiale, fili di ferro, piume, pezzetto di carta, pietre e altro ancora. Ai suoi occhi si apre un pi? vasto spazio in cui immergersi e, al contempo, fare immergere coloro che osservano il risultato ottenuto, vale a dire la scultura, essenza imprescindibile alla base dell'esistenza umana.
Fanno un tutt?uno atto a ?compattare?, a far ?convivere? in modo armonioso il materiale trovato con le materie plasmate al momento, miste, a loro volta, a colori e resine creando, riproponendo, come l?artista stessa ha avuto occasione di affermare, immagini di natura e frammenti di accadimenti del nostro vivere sociale.
Un viaggio verso nuovi universi fatti da un ?Insieme Compatto? rispettando, anche del pi? piccolo frammento, la sua importanza ed unicit?. Unit? ed Unicit?, caratteristiche considerate intrinseche perch? ogni ente, ad iniziare dall?essere umano ? unito e unico. Per giungere a questa concezione artistica Marongiu ha iniziato il proprio percorso basandosi su due costanti di fondo: la teca di plexiglas ribattezzata come ?Box-Es?, con un evidente richiamo al bambino che freudianamente agisce sulla base delle sue sole pulsioni giocando e costruendo liberi orizzonti senza alcuna progettualit? e la pillola e tutto ci? che cura, simbolo al tempo stesso sia dell?agio che del disagio dell?Antropocene.
La mostra si avvale di un catalogo con un testo critico di Domenico Segna.